Roberta
Gio 11 Maggio 2017
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Esiste parecchia confusione sul ruolo rivestito da questa figura professionale, confusione più che comprensibile dato che è una professionalità emersa in tempi molto recenti, definita a volte con nomi diversi, e ancora decisamente poco diffusa nel nostro paese, vediamo allora di chiarire i dubbi che spesso creano grossi fraintendimenti.
L'errore più comune è quello di confondere il Consulente con il Veterinario comportamentalista, in cosa si differenziano queste due figure?
il Veterinario comportamentalista è un medico veterinario ( che quindi ha seguito il percorso universitario è si è laureato in Medicina Veterinaria ) il quale ha poi seguito una formazione in medicina comportamentale. Il veterinario comportamentalista ha studiato le caratteristiche comportamentali di diversi animali ( cane, gatto, cavallo, ecc. ), non è quindi focalizzato su nessun animale in particolare, a meno che non abbia anche seguito altri tipi di formazione specifica su una o più specie animali in particolare. Il veterinario comportamentalista si occupa della salute fisica e psicologica degli animali e può intervenire in caso di problemi comportamentali. Può prescrivere farmaci psicotropi ( cioè che influiscono sul sistema nervoso dell'animale modificando il suo comportamento e il suo stato mentale ).
il Consulente per la convivenza con il gatto NON è necessariamente un medico veterinario, è un professionista che ha seguito una formazione specifica sul comportamento e la psicologia del gatto e sulla sua relazione con l'essere umano, NON si occupa quindi della saluta fisica del gatto, ma esclusivamente delle sue caratteristiche comportamentali e relazionali. I suoi studi sono approfonditi eclusivamente sui felini ( a meno che, ovviamente, non abbia condotto studi approfonditi anche su altre specie animali ), interviene nelle situazioni in cui si riscontrano problemi di relazione tra uomo e gatto, ma anche nel miglioramento della convivenza quotidiana tra l'uomo e il gatto e in tutte quelle occasioni in cui il gatto e l'umano hanno bisogno di aiuto per creare una convivenza serena nel rispetto delle necessità specie-specifiche di entrambi. Il consulente del comportamento del gatto NON può in alcun modo prescrivere farmaci e NON elargisce consigli veterinari, il suo intervento riguarda esclusivamente l'aspetto psicologico e comportamentale dell'animale in relazione alla convivenza con l'uomo. Per intenderci meglio, questa figura professionale è paragonabile a quella dell'Educatore cinofilo, il quale è un esperto di comportamento del cane, ha seguito studi specifici sul comportamento e la psicologia del cane senza essere necessariamente un veterinario, e si occupa esclusivamente di educazione e riabilitazione comportamentale del cane in relazione alla convivenza con l'uomo.
La situazione idilliaca sarebbe quella in cui il Veterinario ed il Consulente lavorino insieme con l'unico obiettivo di migliorare la qualità di vita del gatto e dei suoi proprietari.
Non esiste competizione tra queste due figure professionali, lavorano in ambiti e con tecniche differenti, non sono antagonisti ma sono in realtà complementari.
Il proprietario di un gatto con problemi comportamentali può rivolgersi ad un veterinario comportamentalista, oppure ad un medico veterinario per assicurarsi che lo stato di salute fisica sia nella norma e poi, una volta accertato lo stato di salute, rivolgersi al veterinario comportamentalista o al consulente per la convivenza con il gatto per programmare un intervento mirato specifico per ogni singola situazione. E' obbligo del consulente per la convivenza con il gatto, così come per un educatore cinofilo, rivolgersi ad un veterinario comportamentalista nel momento in cui l'animale in questione presenti delle patologie comportamentali che richiedono un intervento medico che esula dalle competenze del consulente.
Purtroppo è necessario fare una piccola precisazione: non è sufficiente aver avuto gatti per tutta la vita o essere un allevatore di una razza felina o un volontario di gattile per definirsi Consulenti del comportamento di questo animale, è assolutamente indispensabile aver effettuato studi teorici approfonditi sull'argomento ed aver fatto pratica in diversi contesti, preferibilmente seguiti da un tutor già esperto del settore. Non esiste al momento un percorso universitario specifico sul comportamento felino e non esiste una regolamentazione che stabilisca quali percorsi formativi sono considerati validi e quali no, quindi sta alla serietà e volontà della singola persona l'andarsi ad informare e cercare la via formativa più adatta da seguire.
Così come sta all'intelligenza di ogni singola persona l'andarsi ad informare sulla professionalità di un Consulente eventualmente contattato per un problema con il proprio gatto.
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